Onorevoli Colleghi! - Negli ultimi anni è divenuta sempre più palese la necessità di trattare i problemi della pesca tenendo presente le esigenze di tutela dell'ambiente marino e non, come spesso era accaduto, secondo logiche diverse e separate.
      Il mondo della pesca ha un forte interesse alla conservazione dell'ambiente marino, un complesso e ricco ecosistema, considerato per troppo tempo una fonte di risorse inesauribili e in grado di metabolizzare facilmente tutti i rifiuti e le sostanze inquinanti immessi, anche in quantitativi ingenti.
      La crisi del settore della pesca, determinata dall'impoverimento della fauna ittica, causata a sua volta dall'inquinamento, ha mostrato chiaramente i limiti e gli errori di questa valutazione, evidenziando pertanto la necessità e l'urgenza di interventi a favore della tutela dell'ambiente marino.
      Recenti ricerche promosse dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e dal Ministero delle politiche agricole e forestali, dimostrano purtroppo come sia ancora diffusissima la pessima abitudine di usare il mare come una vasta e comoda discarica; è, quindi, evidente che si rende necessaria a tale proposito una svolta.
      Per tali ragioni la presente proposta di legge interviene con una serie di norme volte alla tutela e alla salvaguardia dell'intero ecosistema marino, incentivando e sostenendo i pescatori che recuperano rifiuti in mare, contribuendo così al graduale processo di bonifica dei fondali e dell'ambiente marino in genere.
      L'iniziativa è diretta essenzialmente a fornire un incentivo fiscale ai pescatori professionisti, affinché evitino di gettare in mare rifiuti casualmente tirati a bordo nel corso delle attività di pesca, li trasportino

 

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a terra per il loro smaltimento, ricevendo per tale servizio di interesse pubblico un compenso sotto forma di credito d'imposta nella misura di 30 euro a quintale di rifiuti recuperati.
      In particolare, l'articolo 1 individua le finalità della proposta di legge, il cui scopo è quello di contribuire al risanamento dell'ecosistema marino anche attraverso azioni di bonifica dei fondali e degli ambienti acquatici marini, lagunari e salmastri, incentivando in tale senso i pescatori con un'agevolazione fiscale.
      L'articolo 2 prevede le modalità di raccolta di tali rifiuti, attraverso la realizzazione di impianti portuali di raccolta e la predisposizione di piani di raccolta dei rifiuti medesimi. Si precisa che il servizio di smaltimento dei rifiuti recuperati è effettuato senza alcun onere per i pescatori professionisti e assimilati.
      L'articolo 3 prevede un programma finanziario diretto a potenziare le dotazioni infrastrutturali delle banchine portuali, al fine di assicurare la presenza di un servizio idoneo di prelievo e di smaltimento dei rifiuti recuperati dal mare, ai sensi della legge. A tale scopo è concesso un contributo alle regioni pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008, ripartito, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, in rapporto al numero e alla dimensione dei porti pescherecci situati nelle singole regioni, nonché del numero dei pescherecci e delle loro dimensioni.
      L'articolo 4 dispone che le autorità portuali, avvalendosi dell'esperienza maturata dalle associazioni di categoria della pesca, assicurino l'opportuna informazione ai pescatori, affinché il servizio di recupero e di smaltimento dei rifiuti sia agevole ed efficace ai fini della tutela ambientale.
      L'articolo 5 stabilisce che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, con decreto emanato di concerto con i Ministri delle politiche agricole, alimentari e forestali, delle infrastrutture e dei trasporti, predisponga un sistema di monitoraggio continuo, al fine di verificare l'effettiva consistenza del recupero dei rifiuti marini, nonché l'andamento di bonifica dei fondali.
      Infine, l'articolo 6 contiene le norme di copertura finanziaria del provvedimento, il cui onere è stabilito in 40 milioni di euro annui a decorrere dal 2006.
 

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